Certo non è da tutti avere nel proprio ufficio un poeta..e che poeta!
Mi riferisco ovviamente a Giuseppe Gioachino Belli, che, dopo un lungo periodo di assenza dall'ufficio, riprese servizio in un' altra amministrazione dello stato pontificio nell'agosto del 1841. Favorito da qualche amico fidato, venne a conoscenza che era vacante il prestigioso posto di Capo della Sezione corrispondenza dell'importante Direzione generale del Debito Pubblico di Roma. Così in via provvisoria e senza stipendio, riuscì ad occupare l'ambita scrivania... confidando in una definitiva assunzione.
E in effetti l'incarico fu reso stabile dal giugno 1842.
E si, allora funzionava così...
Dopo lunga assenza Belli torna in ufficio.
Il biennio 1841-1842 vede Belli ritornare al lavoro negli uffici pontifici con un ruolo molto più importante del passato, avendo iniziato la sua "carriera " nell'amministrazione pontificia con il modesto grado di novizio e poi commesso nel 1807...
[Vai alla mostra virtuale su Belli, impiegato dell'amministrazione pontificia ]
La scuola. Cesare Mariani (Roma, 1826-1901). |
Dal 1841-42 finalmente occupa un posto più adeguato al suo status sociale: quello di Capo dell'Ufficio corrispondenza nella Direzione generale del Debito Pubblico!
Un bel passo avanti nella sua carriera impiegatizia, che avrà risvolti economici positivi pochi anni dopo quando il Poeta chiederà di andare in pensione, anticipatamente.
Un sonetto per ingraziarsi il Dirigente, antico compagno di scuola
Intanto, prima della conferma al ruolo di Capo ufficio corrispondenza, lo stato di incertezza e precarietà in cui Belli si ritrova alla bella età di 50 anni, lo spinge a scrivere un sonetto per l'onomastico di Antonio Neri.
In quel momento Neri ricopriva l'importante carica di Segretario generale proprio del Dicastero del Debito pubblico, in cui Belli anelava a veder confermato l'incarico provvisorio, che in quel momento occupava.
A Neri il poeta si rivolge con toni confidenziali e scherzosi, ricordandogli che si erano conosciuti sui banchi della scuola primaria del Collegio Gregoriano di Roma.
Appellandosi quindi all'antica familiarità, Belli chiede esplicitamente sempre con tono leggero, una raccomandazione per il potente Direttore del dicastero Principe Urbano Del Drago, da cui dipendeva il suo destino e il posto fisso....
Il posto fisso, che fatica conquistarlo
Con questo atto di cortesia nei confronti di Antonio Neri, il poeta sperava di raggiungere il suo scopo, che era la nomina ufficiale dell'incarico che precariamente e addirittura senza alcun stipendio svolgeva...
Ebbene, ieri come oggi per un posto fisso, per uno stipendio sicuro si dovevano fare i salti mortali e, come dire, era necessario ungere le ruote giuste...
N.B. Il sonetto finisce con un riferimento al Direttore generale del Debito Pubblico, il Principe Urbano Del Drago a sua volta gerarchicamente superiore a Antonio Neri.
Ecco di seguito il sonetto.
Al Signor Antonio Neri, Segretario generale nel Dicastero del Debito pubblico , nel di lui giorno onomastico.
Neri, sovvienti ancor quando bambocci
in quella nostra età florida e bella
io chiamar ti solea Toto Nerella
e tu dicevi a me Peppe Bellocci?
Gran tempo quindi nelle tasche entrocci;
e mal fra poco ci terremo in sella
sur una rozza che più non saltella
mentre d'eternità scende agli approcci.
Or, poi che adesso Iddio ci ravvicina
dopo tanti anni, quà dove alla gente
gli anni contiamo a cinquina a cinquina(1)
deh per me prega quel Signor possente
che quivi impera, e digli ogni mattina
che , più che Urbano(2), mi sia Clemente.
17 gennaio 1842
[Versione . Neri, ricordi ancora quando bambini in quella età ricca e bella
io ti chiamavo Toto Nerellae tu mi chiamavi Peppe Bellocci?
E' passato tanto tempo e fra poco a fatica staremo in sella su un cavallo che non ha le forze per saltare mentre ci si avvicina all'eternità
Ora, dopo che Iddio ci riavvicina dopo tanti anni, qui al dicastero
deh prega per me quel signore potente che qui comanda, e digli ogni mattina
che, più che Urbano, sia Clemente con me]
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(1) Si riferisce al fatto che nel dicastero per la giubilazione veniva calcolando il servizio prestato di 5 anni in 5 anni.
(2) Si allude a Urbano del Drago, direttore generale del Debito pubblico