Come ogni anno, il 7 settembre si ricorda la data di nascita del Poeta romanesco Belli.
Per il 2017, lo scenario in cui è stata organizzata l'annuale manifestazione era veramente significativo: palazzo Poli non solo per la sua bellezza ma un luogo, per chi ama Roma e Belli, intriso di significati.
Palazzo Poli
Il palazzo, su cui poggia la costruzione della Fontana di Trevi, è il risultato di diverse fasi costruttive. Il nucleo più antico, con fronte su piazza di Ceri, terminato nei primi anni del XVII secolo, fu commissionato dal duca di Ceri, che nel 1566 aveva acquistato il palazzo Del Monte ubicato in quell’area.
L’incarico di costruire il nuovo edificio, inglobando anche proprietà vicine, fu dato all’architetto Martino Longhi, il vecchio e, alla sua morte, a Ottaviano Mascherino.
Dopo ulteriori ingrandimenti effettuati dalla famiglia Borromeo, eredi della proprietà Ceri, il palazzo fu acquistato nel 1678 da Lucrezia Colonna, poi sposa di Giuseppe Lotario Conti, duca di Poli, da cui il nome del palazzo.
Piazza Poli nel secolo XIX |
Stefano Conti, figlio di Giuseppe Lotario, compì i lavori di ristrutturazione delle nuove parti inglobate, estendendo il palazzo ai definitivi confini, fino alla piazza di Trevi, fra il 1728 e il 1730, poco prima dell’inizio dei lavori per la nuova fontana del Salvi, nel 1732.
Nel 1808, alla morte di Michelangelo Conti, senza figli, il palazzo passò alla nipote Geltrude, sposa di Francesco Sforza Cesarini, il quale già nel 1812 lo vendette a Luigi Boncompagni Ludovisi.
Dopo poco più di 70 anni, la proprietà fu venduta ai costruttori Belloni, Basevi e Vitali, che stravolsero la parte più antica dell’antico palazzo Ceri, già parzialmente distrutta per i lavori di via del Tritone.
Nel 1808, alla morte di Michelangelo Conti, senza figli, il palazzo passò alla nipote Geltrude, sposa di Francesco Sforza Cesarini, il quale già nel 1812 lo vendette a Luigi Boncompagni Ludovisi.
Dopo poco più di 70 anni, la proprietà fu venduta ai costruttori Belloni, Basevi e Vitali, che stravolsero la parte più antica dell’antico palazzo Ceri, già parzialmente distrutta per i lavori di via del Tritone.
Nel 1888 il Comune di Roma espropriò la porzione ancora integra del palazzo Poli per salvaguardare la fontana e l’edificio fu destinato ad ospitare uffici, inizialmente della Sezione del Tribunale Civile, poi dalla Provincia fu affittato per gli uffici degli Ispettori Catastali.
Nel 1939 l’edificio fu ceduto a privati come pagamento per la costruzione, per conto del Governatorato, di nuovi uffici sulla via del Mare.
Le mura di questo palazzo ospitarono nel corso dell’800 diversi inquilini illustri, fra i quali si ricordano artisti e letterati: il pittore palermitano Francesco Manno, nonchè il pittore tedesco Peter Cornelius e l'inglese Joseph Severn, infine il poeta Gioacchino Belli.
Anche la principessa russa Zenaide Wolkonski vi abitò dal 1834 e il suo esclusivo salotto era frequentato da Belli e Gogol.
L’edificio fu sede di logge massoniche, del consolato inglese e, dal 1857 al 1885, del Collegio Poli, nota scuola francese (frequentata anche da Trilussa) che si trovava al primo piano dell’ala demolita e che dovette quindi trasferirsi nell’attuale sede fra via San Sebastianello e via Alibert, con la nuova denominazione di Istituto San Giuseppe.
Palazzo della Calcografia |
Omaggio a Belli per il suo compleanno.
Esattamente da 20 anni, il Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli il 7 settembre organizza un "Omaggio a Belli", per ricordare la data di nascita del poeta (7 settembre 1791). nel 2017 l'evento si è svolto nella sala Dante di palazzo Poli (così chiamata perché appunto Liszt vi eseguì la prima mondiale della sua Sinfonia Dante).
In questo Palazzo, Belli abitò insieme alla moglie Mariuccia dal 1816 al 1837 e dove scrisse molti dei suoi 2.279 sonetti in romanesco (e dove molto probabilmente incontrò Gogol, che rimase folgorato dalla bellezza dei sonetti che Belli lesse in quella occasione).
L'incontro, coordinato da Maria Antonella Fusco, dirigente dell'Istituto
nazionale per la grafica, e da Marcello Teodonio, presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli, ha alternato momenti di lettura di alcuni bellissimi sonetti (interpretati dai lettori belliani, gli attori Stefano Messina e Annalisa Di Nola) dedicati al tema dell'amore (incontri, liti, sesso), con serenate, presentate da Luigi Stanziani, e cantate da Sara Modigliani, accompagnata alla chitarra da Franco Pietropaoli.
L'incontro, coordinato da Maria Antonella Fusco, dirigente dell'Istituto
nazionale per la grafica, e da Marcello Teodonio, presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli, ha alternato momenti di lettura di alcuni bellissimi sonetti (interpretati dai lettori belliani, gli attori Stefano Messina e Annalisa Di Nola) dedicati al tema dell'amore (incontri, liti, sesso), con serenate, presentate da Luigi Stanziani, e cantate da Sara Modigliani, accompagnata alla chitarra da Franco Pietropaoli.