Nel mondo della Roma di G.G.Belli, dove la precarietà del popolino indigente e la tracotanza dei potenti dominavano la scena, era tacito e risaputo che ogni occasione era buona per sollecitare mance, offerte e strenne.
Storia della mancia
Oggi la mancia è una modesta somma di denaro che è consuetudine lasciare, oltre al dovuto, come ricompensa per un servizio ricevuto e si usa soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione.
Ma la mancia ha una lunga storia, che la fa risalire addirittura agli antichi romani. Sembra infatti che gli antichi Romani conoscessero già l'uso della mancia o strenna, da "strena", dono augurale che si faceva in occasione di particolari festività, ma soprattutto per i Saturnali e le Calende di gennaio, da cui deriverà la nostra strenna natalizia. Era un regalo di buon augurio che i clienti solevano portare ai loro patroni, usanza che si diffuse poi ad ogni classe sociale, diventando un costume usuale e radicato.
Successivamente le mance vennero poi trasferite anche nell'epoca pontificia, con un progressivo sviluppo ed una rapida proliferazione non solo delle occasioni, rese obbligatorie dalla consuetudine, ma anche delle figure meritorie destinatarie delle mance.
Spesso infatti alcuni lavori umili prevedevano solo vitto e alloggio, quindi la mancia era quanto mai essenziale.
Così si spiega il fatto che questa usanza era talmente radicata che esistevano ordini, tabelle, disposizioni legislative con precise indicazioni in merito, dove si stabiliva la natura, la quantità, l' occasione in cui dovevano essere elargite le mance.
Nel secolo XIX Gaetano Moroni, autore del monumentale Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica , spiega il significato di mancia è: «strenna o dono che spontaneamente si fa agli inferiori per qualche cosa ben eseguita».
Occasioni per le mance
Così alle iniziali festività del Natale e dell'Assunzione, si aggiunse l'occasione del Carnevale, la festa di San Martino, San Giovanni, San Pietro e quante altre, fino a trovare pretesto utile anche in fatti occasionali, come i periodi di "sede vacante".
Per la morte di Paolo III nel 1549, ad esempio alcune magistrature del Comune di Roma, i tre Conservatori e il Senatore, ricevevano ogni 1O giorni 100 scudi d'oro, i Marescalchi 50, i Caporioni anch'essi 50.
Talvolta le mance assumevano il valore di rimborso spese, come per la cavalcata del corteo al Laterano per la presa di possesso del papa: in quel caso venivano rimborsati non solo i Conservatori e i Caporioni, ma anche i paggi e i fornitori. Oppure c'era occasioni solenni in cui il papa stesso elargiva al popolo pezzente mance.
Talvolta le mance assumevano il valore di rimborso spese, come per la cavalcata del corteo al Laterano per la presa di possesso del papa: in quel caso venivano rimborsati non solo i Conservatori e i Caporioni, ma anche i paggi e i fornitori. Oppure c'era occasioni solenni in cui il papa stesso elargiva al popolo pezzente mance.
Varie sono le ipotesi sulla provenienza di questo termine.
Per alcuni l’origine sembrerebbe derivare dal francese manche, cioè manica, e l’usanza si diffuse in tempi in cui la servitù non riceveva stipendio, ma solo vitto, alloggio e un vestito nuovo da far durare nel tempo. Le maniche dell’abito, inevitabilmente, erano le prime a consumarsi, perciò il padrone elargiva al servo una “mancia” per permettergli di comprare le maniche di ricambio. Altri fanno derivare il termine sempre dall’antico francese “manche”, ossia manica, poiché le dame nel Medioevo usavano staccarsi le maniche appunto, durante lo svolgimento dei vari tornei, per offrirle come dono ai loro cavalieri.
Il termine potrebbe invece derivare dal latino “mano” e successivamente assumere anche il significato di “regalo”.
Nel periodo medioevale la mancia, intesa come “regalo” per i servizi ricevuti, venne chiamata “Buonamano”, termine usato per molti secoli ma oggi in disuso.
Inoltre la mancia viene utilizzata anche nel senso più ampio di gratifica quando il datore di lavoro, in occasioni solenni o in riconoscimenti di particolari meriti, elargisce una somma di denaro ai propri dipendenti.
Inoltre la mancia viene utilizzata anche nel senso più ampio di gratifica quando il datore di lavoro, in occasioni solenni o in riconoscimenti di particolari meriti, elargisce una somma di denaro ai propri dipendenti.
G.G. Belli e le mance
Nei Sonetti di G.G.Belli il tema delle mance torna più volte. Segno che in quell'epoca lontana la mancia era molto diffusa. E quindi guai a chiunque la volesse cancellare!!
E proprio questo è il tema del sonetto intitolato "Le mance", dove il Poeta ne ipotizza l'abolizione da parte addirittura del papa nei confronti di chi stava a servire in tre importantissimi uffici della giustizia dello stato pontificio:
- la Sacra Rota, che era essenzialmente un tribunale di appello;
- la Segnatura cioè il Tribunale della Segnatura di Giustizia, competente a giudicare ogni tipo di contenzioso civile e di procedimenti penali, sia avverso laici che ecclesiastici.
- l'Auditor Camerae, il più importante tribunale civile di primo grado di Roma.
Nò ccento vorte, e mmille vorte nò:
er Papa cuesta cqui nu la pò ffà.
C’è bbona lègge pe ffàllo abbozzà: 1
e mmagara viè Iddio, manco lo pò.
Levà er Papa le mance che cce sò
da sí cc’antichità è antichità?!
Si ppuro2 la vedessi cuesta cqua,
tanto c’incoccería,3 guardeme un po’! 4
Lègge più ssagrosanta e indove c’è
de cuelle mance pe cchi sta a sserví
in Rota, i n Zegnatura e in nel’A. C.? 5
Levà le mance in tassa?6 eh nu lo dí,
nu lo dí, ddecan Giachemo; perché,
si ddura Roma, ha dda durà ccusí.
Roma, 3 dicembre 1832 - Der medemo
[Versione. No cento volte, e mille volte no:il Papa questa non la può fare. C'è una buona legge per farlo tacere:e magari viene Dio, neanche lo può fare.
Levare il papa le mance che ci sono da quando antichità è antichità? Se anche la vedessi questa qua, tanto mi ostinerei, guarda un po tu!
Legge più sacrosanta e dove c'è di quelle mance per chi sta a servire in Sacra Rota, in Tribunale della Segnatura e nell'Auditor Camerae? Levare le mance in tassa? Eh non lo dire, non lo dire, decano Giachemo; perchè, se dura Roma, ha da durare così.
Note. 1 Farlo stare a segno, farlo tacere, ecc. 2 Seppure. 3 Mi ostinerei. 4 Vedi un po’ tu! 5 Le tre principali Curie di Roma. 6 Queste mance ai servitori di giudici sono legalmente stabilite ne’ codici di procedura.
Il sonetto L'incerti de Palazzo
In questo sonetto Belli, con il solito spirito pungente che è solito esercitare verso i potenti e i loro sottoposti, ci presenta un'iperbole, un'esagerazione in fatto di richiesta di mancia. Per Palazzo s'intende il palazzo del papa, ma anche la corte pontifica.
Gli incerti sono i guadagni che si potevano lucrare con l'affitto degli apparati cerimoniali.
E tutti erano vittime di queste mmaggnerie: a partire dai semplici cristiani con la coltre e il catafalco dei funerali, ma anche i sovrani e le persone altolocate.
In una nota particolarmente sarcastica, si elencano accuratamente le "cinque famiglie" in cui si divideva l'apparato che ruotava intorno al papa.
La tassa la rivendica uno "scopator segreto", cioè un inservienti del Papa a suo diretto servizio, che infatti presenta un conto esagerato in seguito ad una visita al papa per aver provocato la "logoratura" di un tappeto.
La richiesta appare eccessiva e Belli nel sonetto la mette in satira e alla gogna.
L'incerti de Palazzo
Ggià cche ssete1 ar proposito, sor Marco,
de tutte le storzione2 e mmaggnerie
che cqui sse3 fanno in delle sagrestie
a ttitolo de cortra e ccatafarco;
sentitene mó un’antra4 de le mie.
Jeri un Conte, ch’è pprimo Maniscarco 5
in de la Corte d’un gran Re Mmonarco,
annò6 ddar Papa co ddu’ bbrutte zzie.
Come v’ho ddetto, sto sor Conte aggnede,7
e llui co le su’ zzie sazziorno l’occhi
addoss’ar Papa e jje bbasciorno er piede.
Tornato a ccasa, un scopator zegreto 8
je portò un conto de sei bbelli ggnocchi9
a ttitolo de logro10 de tappeto.11
13 marzo 1834
[Versione. Già che siete a proposito, sor Marco, di tutte le estorsioni e mangerie che qui si fanno nelle sagrestie a titolo di coltre e catafalco ( si riferisce ai funerali che ovviamente si pagavano); sentine adesso un'altra delle mie. Ieri un Conte, che è primo Maniascalco nella corte di un grande Re Monarco, andò dal papa con due brutte zie; come vi ho detto, questo signor Conte andò, e lui con le sue zie saziarono gli occhi guardando il Papa e gli baciarono il piede. Tornato a casa, uno scopatore segreto gli portò un conto di sei belli scudi a titolo di consumo del tappeto.]
[Versione. Già che siete a proposito, sor Marco, di tutte le estorsioni e mangerie che qui si fanno nelle sagrestie a titolo di coltre e catafalco ( si riferisce ai funerali che ovviamente si pagavano); sentine adesso un'altra delle mie. Ieri un Conte, che è primo Maniascalco nella corte di un grande Re Monarco, andò dal papa con due brutte zie; come vi ho detto, questo signor Conte andò, e lui con le sue zie saziarono gli occhi guardando il Papa e gli baciarono il piede. Tornato a casa, uno scopatore segreto gli portò un conto di sei belli scudi a titolo di consumo del tappeto.]