Anche il Poeta Belli, cultore delle tradizione romane, apprezzava uno dei più belli e amati presepi romani, quello allestito ogni anno, fin dal 1774, dai frati zoccolanti nella seconda cappella a sinistra della basilica di Santa Maria in Ara Coeli.
Il Bambinello
Secondo una pia tradizione, la statuetta del Bambinello, alta circa 60 centimetri, sarebbe stata dipinta dalla mano dalla Divina Provvidenza e rubata varie volte (per saperne di più)
A difesa della statuetta erano i capotori , cioè le guardie urbane, che a partire dal tardo Medioevo, affiancavano i caporioni (o caporioni) che comandavano ogni rione e a loro volta ogni caporione era supportato nella sua attività di controllo dell'ordine pubblico da alcuni cittadini comuni di sua fiducia, detti constabili, o anche "capotori", i quali costituivano pertanto la guardia urbana.
Belli ci racconta anche come il popolino romano, facendosi largo a forza di
spintoni, andasse, durante le festività natalizie, a pregare il miracoloso Bambinello.
Si credeva che, in caso di grazia, le sue labbra divenissero rosse, mentre si facevano bianche quando non c’era più speranza.
spintoni, andasse, durante le festività natalizie, a pregare il miracoloso Bambinello.
Si credeva che, in caso di grazia, le sue labbra divenissero rosse, mentre si facevano bianche quando non c’era più speranza.
Proprio grazie al Poeta e ai suoi versi abbiamo una vivida descrizione dei personaggi che formavano questo presepe.
Lei è cquella vestita de morletti (4)
e de bbroccato d’oro de Turchia.
Vedi un pupazzo pieno de fiocchetti
tempestati de ggioje? ecch’er Messia.
Cazzo! evviva sti frati bbenedetti,
che nun ce fanno vede guittaria! (5)
Cuello a mezz’aria è ll’angelo custode
de Ggesucristo; e cquelli dua viscino, (6)
la donna è la Sibbilla e ll’omo Erode.
Lui disce a llei: «Dov’ello sto bbambino
che le gabbelle mie se vò ariscòde?» (7)
Lei risponne: «Hai da fà mórto (8) cammino».
(Versione. Il vecchietto in parrucca e coi risvolti è San Giuseppe sposo di Maria. Lei è quella vestita di merletti e di broccato d'oro proveniente dalla Turchia. Vedi un pupo pieno di fiocchi tempestati di gioie? Ecco il Messia. Cazzo! evviva questi frati bededetti che non ci fanno vedere la miseria. Quello sospeso a mezz'aria è l'angelo custode di Gesù Cristo: e quei due vicini. la donna è la Sibilla e l'uomo Erode. Lui dice a lei: Dov'è questo bambinello che vuole riscuotere le mie gabelle? Lei gli risponde: Hai da fare molta strada.)
12 gennaio 1832 - Der medemo
Note 1) Il presepio de’ frati zoccolanti della Basilica d’Ara-Coeli sul Campidoglio (dov’era il tempio di Giove Capitolino) è costruito ogni anno secondo la descrizione che qui se ne dà. 2) Vecchietto. 3) Con la o stretta come ascoso, ecc 4) Merletti. 5) Miseria 6) I due seguenti personaggi, a ragionamento fra loro, si trovano quasi a contatto col gruppo del mistero. 7) Riscuotere, per «esigere». 8) Con la o stretta: molto.
In questo antico presepe ci sono anche due personaggi veramente insoliti, che non sono però Erode e la Sibilla, come credeva il protagonista del sonetto.
Si tratta di Augusto e della Sibilla Tiburtina, posti a ricordo della leggenda medioevale secondo la quale la chiesa sarebbe stata edificata in seguito alla profezia ricevuta dal primo imperatore di Roma. A quest’ultimo la Sibilla avrebbe annunciato la nascita di Cristo, mostrandogli l’altare del figlio di Dio.
Altro sonetto dedicato al Presepio nella Basilica dell'Aracoeli.
G.G. Belli scrisse anche un altro sonetto dedicato a questo presepe.
Er presepio de li frati
Semo stati a vvedé ssu a la Rescèli (1
er presepio, ch’è ccosa accusí rrara,
che ppe ttiené la ggente che ffa a ggara
ce sò ssei capotori (2 e ddu’ fedeli.(3
L’angeli, li somari, li cammeli
si li vedete, llí stanno a mmijjara:
c’è una Grolia (4 che ppare la Longara(5 ;
e cce se pò ccontà lli sette sceli. (6
Indietro sc’è un paese inarberato (7
dove sarta sull’occhi un palazzino,
che ddev’èsse la casa der curato;
e avanti, in zu la pajja, sc’è un bambino,
che mmanco era accusí bbene infassciato
er fío de Napujjone (8 piccinino.
er presepio, ch’è ccosa accusí rrara,
che ppe ttiené la ggente che ffa a ggara
ce sò ssei capotori (2 e ddu’ fedeli.(3
L’angeli, li somari, li cammeli
si li vedete, llí stanno a mmijjara:
c’è una Grolia (4 che ppare la Longara(5 ;
e cce se pò ccontà lli sette sceli. (6
Indietro sc’è un paese inarberato (7
dove sarta sull’occhi un palazzino,
che ddev’èsse la casa der curato;
e avanti, in zu la pajja, sc’è un bambino,
che mmanco era accusí bbene infassciato
er fío de Napujjone (8 piccinino.
Roma, 27 dicembre 1832 - Der medemo
(Versione. Siamo stati a vedere su all'Aracoeli il presepio, che è una cosa assai pregiata, che per tenere la gente che fa a gara a vederlo ci sono sei capotori e due fedeli. Gli angeli, i somari, i cammelli ce ne sono a migliaia, c'è una grotta che sembra via della Lungara, e si possono contare i sette cieli. Indietro c' è un paese posto in alto dove emerge una palazzina, che deve essere la casa del curato, e davanti, nella paglia, c'è un bambino, che non era così ben fasciato il figlio di Napoleone da bambino.)