01/02/20

G.G.Belli e il medico dottor Carlo Maggiorani

Un'altro buon amico del poeta Belli fu un famoso medico, suo contemporaneo: il dott. Carlo Maggiorani.  
Era nato a Campagnano di Roma nel 1800 in una modesta famiglia di agricoltori di antiche origini picene. 
La vicenda umana di Maggiorani era stata simile a quella vissuta dal Belli e da Ferretti: come loro era rimasto prestissimo orfano del padre,  morto nel 1802 a soli 42 anni. 
Da Campagnano la madre con i tre figli si trasferì a Roma da una coppia di zii, che erano domestici dal medico Dario Fedele Angelucci, in piazza della Rotonda, n.2. 
Il medico, in quanto nativo di Campagnano era amico di vecchia data dei Maggiorani ed, essendo ancora celibe, accolse la madre di Carlo, insieme con i figli, nella sua casa romana. Più tardi Angelucci avrebbe sposato Maria Gabrielli, madre di Carlo. 

Nuova vita a Roma per Carlo.
Nella vita del ragazzo Maggiorani un tale cambiamento rappresentò una svolta in quanto lo mise in contatto con una famiglia della borghesia intellettuale romana.  Carlo vide moltiplicarsi opportunità e prospettive, e avere una buona formazione.  
La famiglia Angelucci era molto conosciuta a Roma, per il ruolo centrale ricoperto specialmente dal medico e ostetrico Liborio AngeluccI (1746-1811) nelle tumultuose vicende politiche di quegli anni.
Carlo concluse gli studi umanistici presso il Collegio romano, dato che aveva dato buone prove negli studi, lo fecero iscrivere alla facoltà medica della Sapienza; conseguì la laurea il 13 luglio 1819 e la matricola che lo abilitava all'esercizio professionale il 18 luglio 1820.
C. Maggiorani 

La professione medica del dottor Maggiorani
Nel 1824 iniziò a esercitare la professione medica come assistente presso l'ospedale S. Giovanni. Si distinse presto come valente clinico, fornito di ottima preparazione teorica.
L'esito negativo del concorso per medico assistente dell'ospedale S. Spirito, al quale aveva partecipato il 16 sett. 1825, gli apparve assolutamente ingiustificato e lo indusse a pubblicare un articolo in cui rivendicava la validità della prova sostenuta e denunciava apertamente l'assoluta incompetenza specifica degli esaminatori.
Trasferito l'anno successivo presso il piccolo ospedale di S. Maria della Consolazione, solo nel 1829 poté finalmente entrare nell'organico del S. Spirito, il più grande dei nosocomi romani e sede dell'insegnamento universitario di clinica medica istituito da Pio VII nel 1815.
Aveva intanto iniziato a esercitare la professione anche privatamente, affermandosi presto per la sua capacità, particolarmente apprezzata, tra gli altri, da G.G. Belli, e Maggiorani dal 1833 ne divenne medico curante.
Nel 1844 Maggiorani poté finalmente raggiungere due ambiti traguardi: nel marzo fu ammesso nel Collegio medico-chirurgico, divenendo in tal modo un autorevole funzionario dello Stato nel settore igienico-sanitario; nel settembre fu nominato professore titolare della cattedra di medicina politico-legale, insegnamento istituito alla Sapienza nel 1824 che abbracciava allora il campo notevolmente esteso della medicina forense e della polizia sanitaria.
Pur essendosi avvicinato ad ambienti liberali e pur avendo fatto parte della Commissione medico-chirurgica della Repubblica Romana,  Maggiorani si mantenne fedele al governo pontificio, tanto che alla caduta della Repubblica, nell'agosto del 1849, fu nominato medico visitatore della Dogana e, a novembre, membro della commissione preposta alla difesa sanitaria dello Stato. 
C. Maggiorani
Subito dopo la presa di Roma, fu chiamato a far parte della Giunta provvisoria di governo nominata da R. Cadorna il 22 sett. 1870 e il successivo 7 ottobre della delegazione che consegnò al re i risultati del plebiscito romano di adesione.... 
Ebbe anche inizio in quel primo periodo della Roma italiana la partecipazione del Maggiorani alla vita politica: il 13 nov. 1870 fu eletto consigliere comunale e il 15 nov. 1871 fu nominato con regio decreto senatore del Regno
In Senato si impegnò per il riordino degli studi medici nelle Università, e partecipò con importanti proposte ai dibattiti sulla sanità pubblica e alle discussioni sui progetti di codice penale.

Belli e il dottor Carlo Maggiorani. La conoscenza fra i due avvenne tramite  il comune amico il librettista Jacopo Ferretti  [leggi qui..], che abitava in via Monte della Farina, nello stesso palazzo della futura moglie di Maggiorani Elena Costa, dalla quale avrebbe avuto dieci figli.
Addirittura Ferretti fece da testimone a questo matrimonio celebrato nella basilica di Santa Maria Maggiore. Probabilmente all'inizio la coppia andò ad abitare proprio in via Monte della Farina. 
L'amicizia con Belli sembrerebbe risalire a prima del 1828, quando era socio dell'accademia Tiberina, insieme a Ferretti e Maggiorani.
Maggiorani esercitando la professione anche privatamentedivenne medico curante di Belli dal 1833.
Poesie in onore di Carlo Maggiorani
piazza di Pietra
Intanto ai primi del 1836 Maggiorani cambiò casa e andò ad abitare al numero 39 di piazza di Pietra. In tale occasione Belli scrisse un lungo sermone in terzine dantesche, accompagnato dal sonetto in romanesco qui sotto.
Belli lesse il sermone la sera del 10 ottobre 1836 in casa del dott. Maggiorani, per festeggiare il passaggio dalla "scomoda" abitazione, situata fra la piazza della Rotonda e la Salita dei Crescenzi, ad altra più agiata in piazza di Pietra n. 39. 

Ar zor dottor Maggiorani
Sapenno ch’io so llegge,1 er mi’ padrone
m’ha mmesso in mano sto cartolaretto, 2 
m’ha arigalato un grosso, eppoi m’ha ddetto
che vve venissi a llegge sto sermone.
Ma llui ha ppreso un cazzo pe un fischietto,
perch’io, sor Carlo mio, nun zò3 un cojjone.
Io j’ho ddato un’occhiata in ner portone,
e ho ffatto4 tra de mé: cquesto è un zonetto.
Nun c’è cche ddí, cquest’è un zonetto longo,
e nnò un zermone,5 perché in cima a quello
ce vò6 er testo latino cor ditongo.
Bbasta inzomma, o ssonetto o rritornello,
io, sor dottore mio, me caccio er fongo 7
e, ssia quer che sse8 sia, ve lo spiattello.


24 marzo 1836
Note
1 Sapendo che io so leggere. 2 Allude al sermone intitolato La casa nuova, scritto in occasione che il Maggiorani mutò abitazione. 3 Non sono. 4 Ho detto. 5 Sermone non è altro pel nostro popolo fuorché il 873 panegirico pel Gesù Bambino in Natale. Tutti poi i componimenti poetici sono sonetti. 6 Ci vuole. 7 Mi cavo il cappello. 8 Si. 

[Versione. Al signor dottore Maggiorani. Sapendo che io so leggere, il mio padrone mi ha messo in mano questo quadernetto, mi ha regalato un grosso, e poi mi ha detto che vi venissi a leggere questo sermone. Ma lui ha scambiato un cazzo per un fischietto, perchè io, Sor Carlo mio, non sono uno stupido. Gli ho dato un'occhiata nel portone, e ho detto tra me : questo è un sonetto. Non c'è che dire questo è un sonetto lungo, e non un sermone, perchè in cima a quello ci vuole il testo latino con il dittongo. Basta insomma, o sonetto o ritornello, io signor dottore mio, mi cavo il cappello e , sia quello che sia, ve lo leggo.]



Tracce del legame fra Belli e Maggiorani si trovano anche nel fascicolo intestato al Belli impiegato e conservato nell'Archivio di stato di Roma.  

I certificati presentati dal Poeta-impiegato all'amministrazione del Bollo e registro attestano il suo precario  stato di salute  e la sua inabilità a proseguire nel lavoro d'ufficio ed ottenere quindi la pensione.
Sono tre i certificati redatti dal prof.re Carlo Maggiorani, medico curante e amico personale di Belli. I tre certificati sono del 1844, l'ultimo è del 28 ottobre 1844, cioè pochi giorni prima rispetto alla richiesta di pensione.