La calura estiva (1)
Varie sono le testimonianze che riferiscono dell' aria afosa, opprimente, del caldo soffocante e snervante che c'era a Roma nelle poche passate, e che di notte rendeva difficile dormire e di giorno rendeva faticoso svolgere qualsiasi tipo di occupazione.
E così chi se lo poteva permettere lasciava la città per i più freschi Castelli romani. Non è un caso che i pontefici si trasferivano nel bel palazzo pontificio di Castelgandolfo sui Colli Albani, circa venti chilometri a sud di Roma. Luogo prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi, a cominciare da Urbano VIII subito dopo la sua elezione a pontefice (1623) e a finire sotto il recente pontificato di Benedetto XVI (2005-2013).
E così chi se lo poteva permettere lasciava la città per i più freschi Castelli romani. Non è un caso che i pontefici si trasferivano nel bel palazzo pontificio di Castelgandolfo sui Colli Albani, circa venti chilometri a sud di Roma. Luogo prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi, a cominciare da Urbano VIII subito dopo la sua elezione a pontefice (1623) e a finire sotto il recente pontificato di Benedetto XVI (2005-2013).
A. Pinelli, Cocomerari a piazza Navona |
E Roma da questo punto di vista era comunque una privilegiata, perchè l'acqua abbondava fin dai tempi più antichi....
Il caldo e le malattie
L'arrivo del caldo spesso era accompagnato da problemi più seri, come le terribili epidemie di colera e anche le febbri
malariche che spesso mietevano vittime.
Malattie favorite dalle carenti condizioni igieniche della città eterna, dalla mancanza di servizi igienici nelle abitazioni e dalla vicinanza con zone paludose. E la medicina non era ancora in grado di affrontare situazioni così difficili.....
malariche che spesso mietevano vittime.
Malattie favorite dalle carenti condizioni igieniche della città eterna, dalla mancanza di servizi igienici nelle abitazioni e dalla vicinanza con zone paludose. E la medicina non era ancora in grado di affrontare situazioni così difficili.....
E' nota la paura di Belli per le malattie, e non va dimenticato che la moglie Mariuccia era morta per il colera proprio durante l' estate del 1837. Di questa terribile epidemia, diffusasi a Roma dal 1836 e proveniente dal Regno di Napoli, resta il ricordo dell'impressionante numeri di morti, che vengono indicati in una "Statistica Ufficiale" a metà del 1838: 2551 uomini e 2868 donne per un totale di 5419 morti.
Ma il censimento di Pasqua dà nel 1837 una cittadinanza di 156.552 abitanti e nel 1838 di 148.903, per una differenza di 7649; tanti evidentemente sono stati i morti per il colera.
Il sonetto
Belli scrive vari sonetti dedicati all'estate, al caldo estivo, e parecchi proprio al colera....ma in questa occasione in particolare ci interessa un sonetto scritto nel giugno del 1845 e intitolato: L’aria cattiva.
Presto, fate fagotto, sgommerate,
ché mmommó a Rroma sò affaracci seri.
ché mmommó a Rroma sò affaracci seri.
Nun vedete che ppanze abburracciate?
che ffacce da spedali e ccimiteri?
Da cqui avanti, inzinenta li curieri
ce mànneno le lettre a ccannonate.
che ffacce da spedali e ccimiteri?
Da cqui avanti, inzinenta li curieri
ce mànneno le lettre a ccannonate.
Si arrestate un po’ ppiú, vve vedo bbrutti,
ché cqui er callo è un giudizzio univerzale:
l’aria de lujj’e agosto ammazza tutti.
ché cqui er callo è un giudizzio univerzale:
l’aria de lujj’e agosto ammazza tutti.
Pe ppiú ffraggello poi, la ggente morta
séguita a mmaggnà e bbeve, pe stà mmale
e mmorí ll’ann’appresso un’antra vorta.
1) vedi Luigi Ceccarelli, Antologia dell'insopportabile caldo romano
séguita a mmaggnà e bbeve, pe stà mmale
e mmorí ll’ann’appresso un’antra vorta.
Fuori, preparate i fagotti, sgomberate, che adesso a Roma sono affari seri.
Non vedete che pance gonfie ? che facce da ospedali e cimiteri?
Non vedete che pance gonfie ? che facce da ospedali e cimiteri?
Da qui in avanti, i corrieri consegnano le lettere con il cannone.
Se restate un pò di più, vi vedo brutti,
che qui il caldo è come il giudizio universale: l'aria di luglio e agosto ammazza tutti.
Per maggiore flaggello poi, la gente, sebbene sia quasi morta,
continua a mangiare e a bere, per star male e morire l'anno appresso un'altra volta]
-----------------che qui il caldo è come il giudizio universale: l'aria di luglio e agosto ammazza tutti.
Per maggiore flaggello poi, la gente, sebbene sia quasi morta,
continua a mangiare e a bere, per star male e morire l'anno appresso un'altra volta]
1) vedi Luigi Ceccarelli, Antologia dell'insopportabile caldo romano