29/03/23

G.G.Belli e la benedizione pasquale


A Roma sparita la Pasqua non era soltanto cibo e vino in abbondanza... per chi poteva permetterseli....
Era anche il ripetersi di riti quali la benedizione nelle famiglie e delle case.

La benedizione
E' una tradizione molto antica nella Chiesa e ha come scopo di far entrare nella famiglia la forza di Gesù Risorto, vittorioso sulla morte e sul male. 
La Benedizione delle case, o Benedizione delle Famiglie, viene effettuata dal parroco e da suoi collaboratori visitando una a una le famiglie del suo territorio. 
Per tutta la giornata del sabato santo girano per le case di Roma i parrochi e altri preti sostituti, seguiti ciascuno da un chierico, tutti in sottana e cotta, benedicendo le camere, i letti e gli arredi, nonché le uova sode (simbolo del rinnovamento, della nascita) e i salumi, come da tradizione. 
Nel giorno di Pasqua la Chiesa si intende rinnovata spiritualmente grazie alla risurrezione di Cristo, che compì il riscatto degli uomini.

L'indicazione del Tempo Pasquale come periodo in cui effettuare la benedizione annuale ha origine dal rito stesso della benedizione, che prevede che le case e le famiglie vengano asperse con l'acqua santa benedetta proprio nella solenne Vigilia Pasquale.
Le norme del rito prevedono che non si benedica una casa in assenza dei membri della famiglia che vi abitano, poiché la benedizione riguarda propriamente la famiglia, non i locali. 
Ma cosa scrive a tal proposito G.G. Belli? Un Belli sarcastico e irriverente si scaglia contro i riti della Chiesa celebrati da preti, che approfittano della loro posizione per fare prepotenze ai poveri e deboli. 




Infatti il poeta, contrario ad ogni tipo di rito liturgico,  non risparmia la pasqua, una delle feste più importante per i cristiani.                                                                               
Il sonetto "riprende" un momento del vivere romano: quello del prete ingiusto e imbroglione che benedice quella "ficona" della contessa con grande e meticolosa attenzione (addirittura benedice il suo "orinale"); mentre dedica poco tempo agli altri comuni mortali.
E così il popolano che la sa lunga, sapendo come andrà a finire,  non si limita solo a pazientare ma affoga insieme alla monetina la sua rabbia nel secchietto del Chirichetto.
Così in questo quadretto pur entrando in aspetti minimi della vita romana, diventa manifestazione esemplare dei rapporti tra gli uomini.
Paroli volgari
E in Belli le parole  sono pietre.... due termini volgari:  "figona"  per definire la contessa, e "urinale" per precisare fino a che punto si spinge il parroco sono per chi legge uno schiaffo, che impressiona il lettore che si aspetterebbe al contrario una parola di devozione in queste rime "pasquali"..
La bbonidizzione de le case1 
Me fanno ride a mmé: nnun penzà ar male! 
Io so ch’er prete da cuela 2 ficona de Contessa 
sc’è stato un’ora bbona a bbenedijje 3 
inzino l’urinale. E dda mé ssu la porta de le scale 
’na sbruffata d’asperge a la scappona, 
eppoi parze 4 ch’er diavolo in perzona 
je soffiassi in ner culo un temporale. 
Er chirico però, cche la sapeva, 5 
rimase arreto cor zu’ bber zecchietto 
pien d’acqua-santa e dde cuadrini a lleva. 6 
«Ho ccapito», fesc’io, «sor chirichetto: 
finissce cor pagà: ggià sse sapeva. 
Affogamo per dio st’antro papetto». 


Roma, 6 aprile 1833 

[Versione La benedizione delle case. 
Mi fanno ridere: non pensare male! Io so che il prete da quel bel pezzo di donna di contessa c'è stato un'ora buona a benedirgli persino l'orinale. E da me sulla porta delle scale una spruzzata di aspersorio di fretta, e poi parve che il diavolo in persona gli soffiasse nel sedere un temporale. Il chierichetto, però che 
era furbo, rimase indietro con il suo bel secchiello pieno d'acqua santa e di quattrini per leva. 
«Ho capito» feci io« sor chirichetto: finisce con il pagare: già si sapeva. Affoghiamo per Dio un'altro papetto (moneta romana) »

Il sonetto descrive un momento: quello del prete ingiusto e imbroglione che benedice quella ficona della contessa con grande e meticolosa attenzione; dall'altra il popolano che non si limita solo a pazientare ma , sapendo come andrà a finire, afoga insieme al paetto la sua rabbia. Così da questo quadretto pur rappresentando aspetti minimi della vita romana, diventa manifestazione esemplare dei rapporti tra gli uomini. 

Note 1. Per tutta la giornata del sabato santo girano per le case di Roma i parrochi e altri preti sostituti, seguiti ciascuno da un chierico. 2 Quella. 3 Benedirle. 4 Parve. 5 Cioè: «furbo». 6 Il chierico suole portare da una mano un secchietto di acqua santa in cui il prete immerge il suo aspersorio, e dall’altra un canestro. Nel primo i fedeli tuffano i testimoni metallici della lor divozione, al quale fine credono i maligni porsi anticipatamente in parrocchia alcuna moneta, per leva, voglio dire per pio eccitamento, non diversamente da quanto si vede praticare nelle beneficiate teatrali. Nel secondo poi si raccolgono le oblazioni in commestibili per sostituzione o giunta al danaro: e quei commestibili sono sempre una porzione de’ salami e delle uova benedette dai preti e perciò fatte mezzo dritto di stola. I preti poi riuniti tutti in parrocchia fanno una divota refezione in comune.